Massetti per riscaldamento a pavimento: tutto quello che c’è da sapere

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Se si parla di impianto di riscaldamento a pavimento non si può fare a meno di pensare al tipo di massetto giusto per il sistema che dobbiamo installare in casa. L’idea che la scelta del massetto sia qualcosa di secondario è completamente sbagliata. Si tratta, infatti, di un elemento fondamentale per la funzionalità dell’impianto di riscaldamento. Non è raro, però, che in tanti lo valutino come elemento superfluo, andando così a pregiudicare quella che è l’efficacia e la funzionalità del sistema.

Per massetto si intende lo strato che funge da supporto alla pavimentazione e che viene collocato sopra un impianto di riscaldamento a pavimento. Può essere realizzato in più modi attraverso l’utilizzo di diversi materiali. Il massetto, inoltre, può essere caratterizzato da diversi spessori.

Massetto e impianto di riscaldamento: come funziona?

Il massetto ha la funzione di supportare la pavimentazione ma anche di riscaldare gli spazi. Viene spesso paragonato ad una sorta di “piastra” dal potere riscaldante. Realizzare un massetto in maniera corretta equivale ad assicurare la durata della pavimentazione, nonché il funzionamento dell’impianto. Ma come scegliere il massetto migliore per un sistema di riscaldamento a pavimento? Ecco le “dritte” che vi serviranno prima di installare questo impianto in casa vostra.

Il massetto perfetto ha alcune caratteristiche che bisogna tenere bene a mente. È omogeneo e presenta uno spessore uniforme in modo che non vengano mai a formarsi lesioni e crepe. Il massetto, inoltre, non ospita nel suo spessore gli impianti idraulici ed elettrici. Se ciò avvenisse, sarebbe proprio l’uniformità dello spessore ad uscirne pregiudicata.

Massetto tradizionale e massetto autolivellante

Una delle prime distinzioni da fare è quella tra massetto tradizionale in sabbia e in cemento e massetto autolivellante. Il primo rende più semplice il lavoro degli operatori durante la posa in quanto è caratterizzato da un’elevata viscosità. Sulla lunghezza d’onda opposta c’è il massetto autolivellante che è più fluido e dunque caratterizzato da una bassa viscosità. Questa sua peculiarità fa in modo che il livellamento possa avvenire in breve tempo e con maggiore facilità. Insomma ognuno di loro ha i suoi vantaggi, ma la scelta va effettuata in base all’impianto e al tipo di pavimentazione.

Un altro aspetto da prendere in considerazione è sicuramente quello della stabilità del massetto. La sua “solidità” cambia a seconda del materiale usato come legante. Può essere infatti a base di cemento o di anidrite. In base al legante cambieranno pure i tempi per la prima accensione. Saranno più lunghi nel primo caso. Se il massetto ha un legante con base di cemento, allora sarà obbligatorio usare una rete elettrosaldata da collocare sul sistema di riscaldamento. Vanno, inoltre, eseguiti i giunti di rottura ogni 30 metri quadrati.

Il nostro consiglio è quello di rispettare i giunti di rottura a livello della pavimentazione per evitare l’eventuale rottura del rivestimento. I leganti a base di solfato di calcio (anidrite) non hanno bisogno della rete elettrosaldata, né dei giunti di rottura. Inoltre a differenza dei primi riescono a mantenere una maggiore stabilità nel corso degli anni. Gli operai, dediti all’installazione e alla posa dell’impianto di riscaldamento a pavimento, potranno muoversi con più libertà, senza tenere a bada i diversi vincoli. Altro aspetto da non sottovalutare è la totale assenza di umidità nel massetto. Ecco perché i leganti a base di anidrite vengono spesso preferiti rispetto ai primi.

Massetto e conducibilità termica: cosa sapere

Un altro fattore importante da valutare quando parliamo di massetti e di impianto di riscaldamento a pavimento è quello della conducibilità termica, ossia la capacità di un materiale di trasmettere calore. Il valore della conducibilità termica viene espresso con il simbolo λ (W/mK). La conducibilità termica di un massetto tradizionale, in sabbia e in cemento, è pari a 1 a 1,3 W/mK. Che differenza c’è con il massetto a base di anidrite naturale? A questa domanda che in tanti si pongono rispondiamo con un valore compreso tra 1,6 W/mK e 1,9 W/mK.

Un buon massetto per un impianto di riscaldamento a pavimento deve essere pure resistente alla compressione e alla flessione. Se infatti viene aggiunta troppo acqua durante la posa dei massetti autolivellanti, si corre il rischio che ci sia una scarsa resistenza superficiale.

Secondo quanto previsto dalla normativa bisogna collocare pure un materassino che garantisca una sorta di isolamento acustico. Questo secondo strato va posizionato sotto la barriera al vapore, che a sua volta viene poggiata sopra il sottofondo per evitare che l’umidità possa risalire.

Massetto e spessore: le regole per non sbagliare

Un parametro importante riguarda lo spessore del massetto. La norma Uni prevede che lo spessore minimo di un massetto da posizionare sui tubi di un impianto di riscaldamento a pavimento sia di tre centimetri. Nel caso in cui il rivestimento sia in ceramica o in legno (parquet), c’è chi consiglia uno spessore di centimetri. Fondamentale è che lo spessore del massetto sia uniforme. In caso contrario ci si ritroverà a fare i conti con le fessure.

In vendita esistono pure massetti premiscelati: ciò significa che il produttore si occupa di fornire la giusta dose di cemento ed inerti. Si tratta di prodotti privilegiati soprattutto nel caso si decida di installare l’impianto autonomamente. Molte ditte, invece, preferiscono realizzare i massetti, mescolando durante l’opera cemento ed inerti. Il massetto a secco è la soluzione giusta per gli immobili che presentano un pavimento in legno, mentre il massetto autolivellante è consigliato soprattutto nel corso di lavori strutturali più complessi.

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Laureanda in Veterinaria, lettrice 'compulsiva' e appassionata di scrittura. Adoro arricchirmi quotidianamente di nuove conoscenze e fornire informazioni utili a chi voglia saperne di più su come ristrutturare e rendere più efficienti le proprie 'quattro mura'.
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