Molto spesso in inverno, quando ci capita di entrare in una chiesa (soprattutto se grande), avvertiamo una sensazione immediata di freddo e di umidità. Rendere una chiesa ospitale e quindi creare un ambiente caldo e confortevole, aiuta a fare di un luogo di culto una casa accogliente in cui il credente si possa sentire completamente a suo agio.
Molte chiese non riescono a trattenere il calore al loro interno. Per lo più questo fenomeno si spiega con il fatto che i portoni, durante la celebrazione delle messe e nelle varie ricorrenze, rimangono aperti o semi aperti. E dunque l’aria fredda dall’esterno penetra con grande facilità, con il risultato di una temperatura bassa e un mancato riscaldamento dell’ambiente. E poi, c’è da specificare che i sistemi di riscaldamento delle chiese molte volte sono obsoleti, insufficienti o addirittura assenti.
L’obiettivo specifico dunque, è di creare quella differenza termica equilibrata tra ambiente esterno e interno, che doni a chi entra in chiesa una sensazione di accoglienza e benessere. In questo senso, un riscaldamento a pavimento è la soluzione ideale. Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questo sistema.
Riscaldamento a pavimento: come funziona?
Un riscaldamento a pavimento è un sistema di climatizzazione di recente utilizzo, soprattutto nelle case e nei condomini di nuova costruzione. Le chiese, sono ambienti che si prestano particolarmente per l’installazione di uno di questi impianti. Il riscaldamento a pavimento è dotato di una rete di tubazioni resistenti e di buona qualità, che hanno il compito di condurre l’acqua calda. Inoltre, è dotato di una caldaia e di un massetto in calcestruzzo che separi il pavimento dalla serpentina di tubi.
Quale riscaldamento a pavimento scegliere per una chiesa?
La tipologia di certo più adatta di riscaldamento a pavimento per una chiesa è un impianto dotato di materiali di ottima fattura che distribuiscano adeguatamente ed in modo omogeneo il calore in tutta la superficie.